Rischi e discriminazioni sul lavoro per LGBTI

Sono molti i pregiudizi sociali e le discriminazioni che, ancora oggi, affliggono le persone appartenenti alla comunità LGBTI. Il lavoro non è, purtroppo, un’eccezione alla “regola”.
Ogni posto di lavoro è – o dovrebbe essere – un luogo dove sentirsi pienamente sé stessi. Ma se così non fosse?

La mentalità delle persone evolve lentamente e i progressi difficilmente interessano tutti i contesti sociali in modo equo. Il peso che alcuni elementi distintivi di ciò che siamo possono avere nel modo in cui veniamo percepiti e accettati in determinati contesti sociali è ancora molto grande, così come lo sono le conseguenze che ne derivano. È sicuramente il caso dei luoghi di lavoro dove l’identità sessuale è ancora un fattore altamente discriminante.

Secondo uno studio della OSH, l’agenzia d’informazione dell’Unione europea in materia di sicurezza e salute sul lavoro, le lavoratrici lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) nell’UE sono fortemente esposti a una serie di rischi psicosociali e organizzativi sul posto di lavoro, con un significativo impatto negativo sulla salute mentale e sullo stato di salute percepito.

Quali sono i principali rischi per i lavoratori LGBTI?

  • Discriminazione sul lavoro

Ricerche, esperimenti controllati sui posti di lavoro, casi giudiziari, denunce di vario tipo, dimostrano che i lavoratori LGBTI sono più soggetti a discriminazioni sul luogo di lavoro. Queste possono assumere diverse forme, alcune di natura più “formale” (come opportunità di promozione negate o maggiori barriere all’ingresso nel posto di lavoro), altre di natura “interpersonale” (come, ad esempio, comportamenti discriminatori verbali e non verbali da parte dei superiori).

  • Molestie e bullismo sul posto di lavoro

Studi vari condotti in Europa dimostrano come i lavoratori LGBTI sono più spesso vittima di molestie, forme di bullismo e episodi di mobbing sul posto di lavoro. L’impatto maggiore è a danno dei lavoratori transgender. Le donne, invece, sono più soggette a forme di molestie sessuali. Le molestie possono assumere anche la forma di discussioni ostili o aggressive con i superiori, sfociando in episodi di marginalizzazione o isolamento fino anche all’uscita prematura dal lavoro.

  • Occultamento al lavoro

La paura di venire discriminati sul lavoro può influenzare la scelta delle persone LGBTI di nascondere la propria identità sessuale. Un dilemma che può influenzare notevolmente le loro scelte di carriera e risultare un fardello emotivo e psicosociale importante con cui convivere con evidente malessere per la propria salute psico-fisica.

  • Rischi organizzativi

Come per le altre minoranze, anche i lavoratori LGBTI sono più vulnerabili ai rischi organizzativi sul lavoro. Promozioni e opportunità di carriera sono più limitate e alcune analisi dimostrano persino un gap nella retribuzione.

Quali sono le ripercussioni sulla salute dei lavoratori LGBTI?

È assodato che l’esperienza sul posto di lavoro condizioni profondamente lo stato di benessere di ogni lavoratore. La maggiore incidenza di discriminazioni e rischi connessi al lavoro espone le persone LGBTI ad un maggiore pericolo per la salute in generale. L’impatto, poi, si ripercuote particolarmente sulla salute mentale sotto forma di insoddisfazione sul lavoro, esaurimento, assenza per malattia, forte stress, ansia, angoscia, un perenne stato di affaticamento, depressione. In alcuni casi il maggiore rischio di malessere mentale si traduce anche in una maggiore incidenza di pensieri suicidi, abuso di sostanze e autolesionismo deliberato.

Costruire luoghi di lavoro più inclusivi e rispettosi della salute dei lavoratori

Come società dobbiamo promuovere ambienti di lavoro che favoriscano inclusività e valorizzino le persone per ciò che sono. Il lavoro deve diventare un luogo dove ci si sente accettati senza temere stigmatizzazioni, discriminazioni, molestie o forme di violenza, mettendo i lavoratori in condizioni di essere produttivi al meglio.

Il primo passo per creare inclusività è mettere le persone in condizioni di conoscersi. Così si crea quella base di rispetto che porta a sentirsi accettati e vede nella diversità un valore aggiunto, non una condanna. È altresì necessario creare un clima in cui i lavoratori si possono sentire liberi di esprimere ciò che pensano senza ripercussioni. C’è poi da considerare l’impatto positivo che hanno le reti di ascolto e sostegno sociale, dentro e fuori dalla sede di lavoro. In ultimo la legge: iniziative legislative e politiche sono importanti per proteggere e promuovere la sicurezza e la salute dei lavoratori, LGBTI e no, nei luoghi di lavoro.

In conclusione. Il lavoro ci permette sicuramente di scoprire meglio noi stessi, di perseguire uno scopo e ottenere risorse finanziarie per costruire la nostra vita. È, tuttavia, altrettanto vero che un posto di lavoro poco inclusivo, cattive condizioni lavorative e problemi nell’organizzazione dello stesso favoriscono lo sviluppo di difficoltà e rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Nonostante i passi avanti fatti negli ultimi anni, con questo articolo, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, abbiamo voluto sottolineare come ci sia ancora molto da fare, per i lavoratori LGBTI e non. Creare ambienti di lavoro più sani ed inclusivi è un beneficio che va a vantaggio di tutti, lavoratori e organizzazioni. L’obiettivo deve essere quello di costruire un lavoro dignitoso e rispettoso delle persone in quanto tali, riconoscendo loro diritti, tutele, benessere e la possibilità di una vita di qualità.

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