Verso una formazione della sicurezza sul lavoro nelle scuole. La firma del protocollo

Udine, 21 gennaio 2022. Lorenzo ha 18 anni e sta partecipando ad un progetto di alternanza scuola-lavoro in un’azienda meccanica. Frequenta il quarto anno al Centro di formazione professionale dell’Istituto salesiano Bearzi di Udine, nel settore meccanica industriale. È l’ultimo giorno di tirocinio per Lorenzo, l’ultimo giorno di un’esperienza che unisce alla parte teorica del percorso scolastico che sta frequentando anche quella pratica presso una azienda. Una putrella gli è caduta addosso, schiacciando lui e i suoi sogni futuri.

Fermo, 14 febbraio 2022. I 16 anni di Giuseppe, stagista presso una ditta di termoidraulica, sono finiti lì, sul tratto di strada dove il furgone su cui viaggiava con un collega, per andare a sostituire una caldaia, è sbandato.

Merano, 21 maggio 2022. Un ritorno di fiamma in una officina di Merano ustiona gravemente un ragazzo di 17 anni e l’operaio che era con lui. Il ragazzo stava svolgendo un Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto). Le condizioni del ragazzo appaiono immediatamente molto gravi.

Nei primi quattro mesi del 2022, l’Inail registra circa 27.700 denunce per infortuni in occasione di lavoro ed in itinere nella fascia d’età che va da prima dei 14, fino ai 19 anni, di cui 4 con esito mortale.

Il Ministro dell’Istruzione, Bianchi, sottolinea in una sua dichiarazione che “le esperienze che studentesse e studenti svolgono al di fuori dei nostri istituti scolastici sono e devono rimanere esperienze formative e di orientamento legate ai propri percorsi educativi, da svolgersi nella massima sicurezza.” I percorsi di stage, i Pcto, per queste ragazze e per questi ragazzi, devono essere esperienze, belle esperienze da ricordare e di cui fare tesoro per il futuro.

È ormai molto tempo che sosteniamo la necessità di portare la “cultura della sicurezza” nelle scuole. Perché, se vogliamo veramente parlare di “cultura”, riteniamo sia molto importante agire fin da subito, da quando cioè le ragazze ed i ragazzi sono ormai prossimi all’inserimento nel mondo del lavoro e in special modo quando sono impegnati con i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento.

Ed è proprio con l’obiettivo di ridurre sistematicamente gli eventi infortunistici attraverso l’utilizzo di azioni efficaci di formazione ed informazione, destinate a dirigenti scolastici, docenti e tutti gli studenti che, è stato siglato in data 26 maggio 2022, tra Ministero del Lavoro, Ministero per l’Istruzione, INL e Inail, un Protocollo per la diffusione della sicurezza in tutti i luoghi dell’istruzione. Elevare costantemente il livello della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro creando una giusta consapevolezza del rischio e ponendo la massima attenzione alla prevenzione sia in ambito scolastico che in ambito lavorativo.

COSA PREVEDE IL PROTOCOLLO

Il Protocollo avrà durata triennale e prevede iniziative congiunte tra i suoi firmatari.

Attraverso progetti mirati verranno realizzati piani di attività educativi e didattici, volti a rendere pienamente efficace l’azione di sensibilizzazione sulle tematiche e sui valori della salute e sicurezza in ogni ambiente di vita, studio e lavoro.

I Piani di attività saranno gestiti da un Comitato di Coordinamento, formato da 5 componenti, due rappresentanti del Ministero del Lavoro, uno del Ministero dell’Istruzione, uno dell’INAIL e uno dell’INL.

LE FIGURE DI RIFERIMENTO

 Il Comitato si occuperà della pianificazione, programmazione e organizzazione dei Piani di attività e ne curerà anche il monitoraggio dello stato di attuazione, il livello di raggiungimento degli obiettivi e l’efficacia raggiunta con le azioni intraprese.

Il Presidente dell’Inail, Franco Bettoni, ha dichiarato come “la sinergia tra istituzioni costituisca una modalità per veicolare efficacemente i temi della prevenzione, rivolgendosi altresì agli studenti prossimi a inserirsi nel modo del lavoro o coinvolti nei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”.

Quale sarà il ruolo che ognuno degli organi coinvolti avrà per la buona riuscita dell’attuazione del Protocollo siglato?

Il Ministero del Lavoro dovrà favorire la sensibilizzazione e formazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro e promuovere i contenuti del protocollo con tutti i soggetti che provvedono a corsi di formazione sui luoghi di lavoro e dovrà organizzare incontri con e tra tutti i soggetti che saranno coinvolti nei Pcto. 

Il Ministero dell’Istruzione, anche in base agli accordi stato-Regioni, dovrà fornire il supporto necessario per l’erogazione del corso in e-learning “Studiare il Lavoro”, il quale riconosce, tra l’altro, anche un credito formativo permanente ai partecipanti. Dovrà, inoltre aiutare gli istituti nel promuovere i progetti individuati e predisporre gli strumenti operativi per migliorare il percorso formativo dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’Orientamento in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro nelle scuole.

Per quanto riguarda l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, si vedrà impegnato nella sensibilizzazione e nella formazione su temi come la legalità e la Salute e Sicurezza sul lavoro, rivolgendosi agli studenti, al personale docente e alle aziende, svolgendo la sua attività sia presso gli Istituti scolastici che presso i luoghi di lavoro. L’INL, inoltre prevederà nel documento di programmazione dell’attività di vigilanza una sezione apposita per i tirocini extracurriculari e per i percorsi formativi scuola-lavoro, concentrando la sua attenzione sulla concreta modalità di realizzazione delle attività formative in sicurezza.

L’Inail, infine, si occuperà della individuazione dei docenti in possesso dei requisiti per l’erogazione della formazione sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro e svolgerà corsi di formazione per i docenti-formatori. Spetterà sempre all’Istituto adeguare il corso “Studiare il Lavoro”.

Possiamo dire quindi che il Protocollo siglato cerca di porre l’educazione alla sicurezza sul lavoro nelle scuole, al centro dell’attenzione.

Lo abbiamo ribadito molto spesso e ne siamo convinti, per portare la morte sul lavoro a Zero, bisogna intervenire prima, anche attraverso la diffusione di una cultura della sicurezza che nel futuro potrà fare la differenza.

Susanna Costa

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