Benessere psicofisico del personale socio sanitario

Sempre di più nel contesto socioeconomico attuale dobbiamo tenere in considerazione l’alto tasso di stress lavoro correlato cui sono sottoposti i lavoratori di ogni organizzazione, tanto più nel settore socio sanitario.

Un SSN sempre più al collasso

La pandemia da Covid-19 ha segnato in maniera indelebile non solo il nostro sistema socio sanitario, ma anche la psiche dei suoi operatori, ad ogni livello. È cambiato indissolubilmente, nei servizi del SSN, il modo in cui le lavoratrici e i lavoratori approcciano l’utenza e vivono il proprio mestiere.

L’aziendalizzazione delle strutture sociosanitarie in Italia ha costretto ad una maggiore consapevolezza sulla gestione delle risorse umane e al significato da dare all’inevitabile condizione di stress a cui ogni operatore è sottoposto. Le professioni d’aiuto, o helping professions, sono esposte al contatto, non solo con l’utenza, ma per lo più con soggetti sofferenti, che portano istanze particolarmente delicate da gestire.

Disagio psicosociale del personale socio sanitario

Sono ormai noti i fenomeni di disagio psicosociale che possono emergere nel luogo di lavoro pertanto urge mettere in atto una politica seria di prevenzione, pena il fallimento non del singolo operatore bensì della mission stessa del Sistema sanitario Nazionale, la tutela della salute in ogni suo aspetto e la qualità stessa del servizio reso ai cittadini.

Nel lavoro di studio clinico e scientifico della comunità delle professioni psicologiche è stato fatto un approfondimento sui diversi fenomeni legati allo stress lavorativo, primo tra essi il Burn-out, con dei riferimenti di tipo normativo oltre a quelli teorici.

Gli interventi da mettere in campo per migliorare le condizioni

La psicologia del lavoro si è occupata, negli anni, di studiare gli aspetti legati al benessere delle organizzazioni e di quanto la motivazione al lavoro e la soddisfazione riscontrata possano essere elementi imprescindibili per garantire il benessere della persona e del lavoratore. Di fatti, le conseguenze di mancati investimenti per arginare questo fenomeno sono evidenti: decremento della produttività del personale, aumento dell’assenteismo, incremento di congedi per motivi di salute, elevato turnover, fenomeni purtroppo in costante crescita nel nostro Paese. Lo stress, il disturbo d’ansia generalizzato e la depressione, per citarne alcuni, danno luogo ad una ridotta attenzione sul lavoro, una sottovalutazione del rischio con distrazione e mancata osservanza degli obblighi per la salute e sicurezza sul lavoro.

L’importanza della prevenzione per il personale socio sanitario

Per minimizzare e rimuovere le disfunzioni dovute ai mancati investimenti per il benessere psico-sociale dell’operatore socio-sanitario, è necessario che le aziende sanitarie mettano in campo seri ed efficaci strumenti di prevenzione dello stress lavoro correlato, a partire da centri di ascolto e di sostegno psicologico, soprattutto in questa fase post-emergenziale che ha messo a dura prova un sistema già sotto pressione a causa di un forte sottodimensionamento del personale, la riduzione della spesa pubblica sanitaria e la mancanza di fondi per la valorizzazione delle competenze dei professionisti sanitari.

La sfida è cambiare la rotta e capire che investire sul benessere aziendale e la salute psicofisica dei propri dipendenti equivale ad un risparmio di energie e risorse economiche e un conseguente innalzamento della qualità dei servizi erogati.

Ufficio stampa e Comunicazione UIL Fpl

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