L’utilizzo delle nuove tecnologie e la digitalizzazione stanno trasformando il mondo del lavoro, l’organizzazione produttiva, la natura, i rapporti e le condizioni di lavoro. Al centro di questi cambiamenti si inseriscono i lavoratori delle piattaforme digitali.

Aumentate considerevolmente, in questi ultimi dieci anni, le piattaforme di lavoro digitali hanno guadagnato terreno in Europa allargando la forbice delle persone che lavorano attraverso un algoritmo. Secondo ultime indagini la quota di persone che hanno mai prestato lavoro tramite piattaforme nell’Unione Europea è aumentata dal 9,5 % nel 2017 a circa l’11 % nel 2018.

Salute e sicurezza delle persone che lavorano attraverso piattaforme digitali

L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha intensificato gli studi sui rischi connessi a questa tipologia di attività, come ricordato anche nel rapporto “Lavoro su piattaforma digitale, salute e sicurezza lavorativa”.

La relazione dell’EU-OSHA ha realizzato un focus riguardo alla salute e sicurezza delle persone che lavorano attraverso piattaforme digitali, presentando rischi e opportunità connesse a questa variegata tipologia di lavoro esaminando anche una panoramica della regolamentazione, delle politiche e delle pratiche che trattano la salute e sicurezza sul lavoro mediante piattaforme digitali.

Quali sono i rischi?

Fino ad oggi, nel nostro Paese, l’attenzione si è concentrata in particolar modo sulle persone che lavorano nel food delivery, i cosiddetti riders. Tuttavia, il lavoro tramite piattaforma digitale è molto più ampio e vede una forte eterogeneità dei lavoratori coinvolti. Tra le tipologie di lavoro tramite piattaforma digitale, su cui ha indagato l’Agenzia europea per la salute e sicurezza del lavoro, ritroviamo: i servizi di consegna, il lavoro manuale, la revisione dei contenuti online e la programmazione da remoto. Diverse tipologie di lavoro accumunate spesso dalla forma di contratto atipico o autonomo. Richieste di lavoro con breve preavviso, penalizzazioni in caso di mancata disponibilità, frammentazione dei lavori in mansioni con contenuto lavorativo ridotto e soggetto a valutazioni e giudizi sul rendimento e sulle prestazioni, sono solo alcuni dei rischi a cui sono sottoposti i lavoratori digitali.

Altri fattori considerati a rischio sono rappresentati dal controllo algoritmico sui lavoratori, da orari di lavoro irregolari, reddito discontinuo, scarse opportunità formative e ancora mancanza di diritti sociali quali la retribuzione per ferie o malattia, rappresentanza inadeguata dei lavoratori, DPI di scarsa qualità.

Tutti questi rischi possono incoraggiare i lavoratori a ritmi di lavoro più rapidi e serrati, il che può aumentare la probabilità di incidenti, provocare esaurimento e stress, disturbi psichiatrici, isolamento professionale fino ad arrivare a frustrazione e a un’insoddisfazione generale per il lavoro e per la vita personale.

Conclusioni

L’emergere del lavoro su piattaforma digitale ha dato origine a una serie di interventi, a livello nazionale ed europeo, volti a migliorare concretamente le condizioni di lavoro e dei lavoratori delle piattaforme digitali, inclusa la salute e la sicurezza sul lavoro. Sempre secondo lo studio realizzato dall’Agenzia Europea per la salute e sicurezza del lavoro, occorre intensificare gli sforzi per aumentare la consapevolezza sull’importanza fondamentale della SSL e sulla prevenzione e gestione dei rischi. È necessaria, inoltre, maggiore trasparenza per facilitarne il lavoro; bisogna anche rafforzare il monitoraggio e l’applicazione delle normative di SSL. Ma più di tutto, è necessario coinvolgere i lavoratori e le organizzazioni sindacali nella prevenzione e nella gestione dei rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori che operano su piattaforme digitali.