Vaccini nelle aziende. Uscirne tutti, uscirne insieme. Le FAQ.

Il 6 aprile 2021, è stato sottoscritto, dopo un confronto tra le Parti Sociali e su invito del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e del Ministro della Salute, il “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 nei luoghi di lavoro”.

Quali sono gli obiettivi del Protocollo?

Le Parti Sociali, fin dall’inizio della pandemia, hanno condiviso l’obiettivo prioritario di poter tornare alle attività commerciali e produttive con la garanzia, però, che ci fossero tutte le condizioni per salvaguardare la salute e la sicurezza sul lavoro. È bene ricordare che è stato siglato e adottato dalle Parti Sociali nel tempo, il Protocollo condiviso per la regolamentazione e l’attuazione di tali misure. Quello del 14 marzo 2020 poi aggiornato il 24 aprile 2020, rinnovato un anno dopo, adeguandolo alla normativa vigente. E tutto ciò proprio alla stessa data del cosiddetto “Protocollo Vaccini” del 6 aprile 2021. A seguire altri Protocolli condivisi sono stati adottati dalle Parti sociali, su invito dei Ministri competenti, per diversi settori produttivi rispetto alla specificità che essi presentavano per rischi e attività svolta. La realizzazione di punti straordinari di vaccinazione nei luoghi di lavoro (contenuta nel Protocollo) è la strada giusta per ampliare la capacità vaccinale sui territori e rendere più sicura la ripresa delle attività sociali e lavorative.

Nella somministrazione dei vaccini, non si rischia di creare confusione e di sostituirsi alle Autorità Sanitarie?

No. Il Protocollo è chiaro su questo punto. Tutto avverrà in coerenza con il “Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 e le “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19” con riferimento al Decreto del Ministero della Salute del 12 marzo 2021.

Sarà adottato quindi su tutto il territorio nazionale il documento recante le “Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei luoghi di lavoro”, con precise indicazioni per la costituzione, l’allestimento e la gestione dei punti vaccinali straordinari e temporanei nei luoghi di lavoro.

In sintesi: le aziende metteranno a disposizione spazi e personale dedicato ma non si sostituiranno alle Autorità Sanitarie del territorio nella scelta delle fasce di età da vaccinare. Anzi, tutt’altro. Le vaccinazioni presso i luoghi di lavoro inizieranno solo quando le Autorità Sanitarie territoriali avranno esaurito la vaccinazione delle fasce di età più deboli over 60 e quella dei cosiddetti fragili. In poche parole, attraverso la disponibilità di vaccinare in azienda non si toglieranno comunque vaccini a chi ha la precedenza.

Quale sarà l’iter per le vaccinazioni nei luoghi di lavoro? E chi riceverà il vaccino?

Nelle aziende che aderiranno all’iniziativa, saranno seguite le “indicazioni ad interim” già accennate e tutte le indicazioni adottate dalle Autorità competenti per la realizzazione in sicurezza della campagna vaccinale per i lavoratori che vorranno aderire.

La somministrazione non sarà obbligatoria ma su base volontaria.  Riguarderà aziende che occupano grandi numeri di lavoratrici e lavoratori oppure aziende i cui datori di lavoro decideranno di agire in modo aggregato e che manifesteranno, con il supporto e il coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento, la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione. Questi piani aziendali, anche tramite le loro Associazioni, saranno quindi proposti dai datori di lavoro all’Azienda Sanitaria di riferimento territoriale. In base alle richieste di vaccinazione pervenute dai lavoratori, sempre su base volontaria ricordiamolo, il datore di lavoro specificherà nel piano aziendale il numero di vaccini necessari, così che l’Azienda Sanitaria di riferimento possa programmare l’attività di distribuzione.

Quali sono i costi delle vaccinazioni in azienda?

I costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali e i costi per la somministrazione sono a totale carico del datore di lavoro. La fornitura dei vaccini, siringhe e aghi e qualsiasi altro dispositivo per la somministrazione, gli strumenti formativi e quelli per la registrazione delle vaccinazioni eseguite, sono invece a carico dei Servizi Sanitari Regionali territorialmente competenti. Il lavoratore o la lavoratrice non dovranno sostenere nessun costo.

Come saranno informati i lavoratori?

Tutte le Parti Sociali sottoscrittrici del protocollo saranno impegnate a fornire le necessarie informazioni alle lavoratrici e ai lavoratori anche attraverso gli attori della sicurezza coadiuvati dal Medico Competente, promuovendo ad esempio, apposite iniziative di comunicazione ed informazione sulla vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19.

Come saranno raccolte le adesioni?

Le procedure finalizzate alla raccolta delle adesioni dei lavoratori interessati alla somministrazione del vaccino saranno realizzate e gestite nel rispetto della scelta volontaria e in sicurezza rispetto alla riservatezza, così da evitare ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

Sarà il Medico Competente ad acquisire il consenso informato e il triage preventivo sullo stato di salute e l’informativa sulla tutela della riservatezza dei dati della lavoratrice e del lavoratore e la registrazione della avvenuta vaccinazione, sempre nel rispetto delle vigenti disposizioni sulla tutela della privacy. E sempre il Medico Competente informerà lavoratrici e lavoratori sui vantaggi e sui rischi connessi alla vaccinazione e sulla specifica tipologia del vaccino che verrà somministrato.

Chi somministrerà il vaccino?

Operatori sanitari in grado di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie per l’occasione e in possesso di adeguata formazione per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19.

Dove avverrà la somministrazione?

Nei locali aziendali idonei che rispettino i requisiti definiti dalle “indicazioni ad interim”. In alternativa alla vaccinazione “diretta” in azienda, i datori di lavoro possono collaborare all’iniziativa di vaccinazione attraverso il ricorso a strutture sanitarie private anche per il tramite delle Associazioni di categoria di riferimento o nell’ambito della Bilateralità, con una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione, alle quali verrà comunicato dal datore di lavoro il numero di vaccinazioni da effettuare, con oneri a proprio carico, ad esclusione della fornitura dei vaccini che viene assicurata sempre dai Servizi Sanitari Regionali territorialmente competenti.

Cosa succede se in azienda non è presente il Medico competente?

Questi datori di lavoro possono avvalersi, in questo caso delle strutture sanitarie dell’INAIL. Sarà così una iniziativa vaccinale pubblica e gli oneri saranno a carico dell’INAIL. Sarà sempre il datore di lavoro, anche in questo caso, a comunicare il numero di vaccini necessari per la somministrazione.

La lavoratrice o il lavoratore dovranno prendere un permesso per effettuare il vaccino?

No, il tempo necessario alla vaccinazione, se eseguita in orario di lavoro, è equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro.

Chi forma il Medico Competente e il personale sanitario e di supporto coinvolto nelle vaccinazioni?

Ci sarà a disposizione una piattaforma ISS dedicata a cui potranno accedere per uno specifico corso di formazione realizzato anche con il coinvolgimento dell’INAIL. L’Istituto, inoltre, in collaborazione con il Ministero della salute e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali contribuirà alla predisposizione di materiale informativo sia per i datori di lavoro che per le lavoratrici, i lavoratori e le figure della prevenzione in azienda.

I datori di lavoro o titolari potranno usufruire della vaccinazione in azienda?

Certamente, anche loro potranno essere vaccinati con riferimento al Protocollo in oggetto.

di Susanna Costa

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