Sicurezza sul lavoro nel mondo dello sport: a che punto siamo?

Lo sport è spesso inteso solo come attività volta al benessere psicofisico della persona. Ed è una verità, ma solo in parte. Si tratta di un mondo strutturato che genera centinaia di posti di lavoro; sia che si faccia riferimento a una realtà dilettantistica sia che ci si riferisca a una realtà professionale. In quanto attività lavorativa, un elemento fondamentale da considerare e da cui non si può prescindere è la sicurezza. Ogni professione deve essere disciplinata e ordinata in questo senso.

Prima però di occuparci nello specifico della sicurezza e, dunque, dei dispositivi e delle norme relative al contesto sportivo, è doverosa una premessa. Spendiamo qualche parola sullo sport inteso come lavoro e cerchiamo di capire come stanno davvero le cose.


In merito al riconoscimento giuridico del lavoro sportivo facciamo capo alle disposizioni del decreto legislativo del 28 febbraio 2021, n.36 – attuazione dell’articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo.


Parliamo di un testo il cui intento è quello di definire la forma giuridica che associazioni ed enti sportivi possono assumere e, ad esempio, individuare le figure professionali del settore. Il decreto in questione qualifica la prestazione sportiva come lavoro – tra autonomia e subordinazione – e mira a regolamentarla, cosa che, almeno sulla carta, risponde alle esigenze evidenziate da tutti gli enti e le associazioni sportive in Italia.


Tuttavia, il presente decreto non è ancora entrato in vigore. Di fatto, ha subito alcuni slittamenti. E seppur pubblicato in Gazzetta Ufficiale, gli articoli relativi al “lavoro sportivo” dovrebbero essere applicati a decorrere dal 1° luglio 2022.
Se la normativa in qualche modo mira a dare un ordine al riconoscimento della professione sportiva come lavoro, dall’altra esiste ancora una gran confusione sulle direttive in materia di salute e sicurezza. Partendo dai dispositivi, spesso determinanti in alcune circostanze come per l’uso del defibrillatore, per arrivare all’impiantistica.


Sulla questione abbiamo ascoltato Federico Centomo, segretario generale dell’AIP – Associazione Italiana Pallavolisti. “Se parliamo di sport come ambiente di lavoro – e speriamo lo diventi presto, ci auguriamo che sia riconosciuto in maniera giuridica – bisogna dire che associazioni e società sportive fanno del proprio meglio, investono, soprattutto in questo periodo di pandemia. In generale, lo sport in Italia avrebbe bisogno di quella che potremmo definire una rinfrescata dell’impiantistica, degli attrezzi e dei dispositivi di sicurezza. Esattamente come per le scuole. C’è Sport e Salute, l’Ente governativo nato, ormai, da qualche anno che si sta muovendo sul tema. Tuttavia, ad oggi, siamo ancora lontani dai riferimenti nordeuropei o, addirittura, da quelli dei college americani”.


“Analizzando la questione sicurezza nei luoghi di lavoro – prosegue Centomo – va posto l’accento sulla scarsità delle misure in essere anche per il contenimento del Covid-19”. “Sul tema, ogni federazione ha un protocollo, ma non esistono riferimenti specifici. Lo scorso anno, noi come associazione abbiamo chiesto delle reti di pallavolo speciali – aventi una membrana e non le maglie bucate, il cui scopo è limitare il passaggio di droplets – ma al momento non è cambiato nulla. Posso aggiungere che alcune squadre di Superlega e Serie A1 stanno iniziando a utilizzare le mascherine sportive. Chiaramente, si tratta di dispositivi non medici, o meglio non ancora approvati, ma gli atleti cercano di proteggersi come possono. Come per tutti gli altri ambiti, comunque, valgono le norme generiche come, ad esempio, indossare le mascherine Ffp2. La variante Omicron ha ulteriormente complicato le cose e ci sono numerosi elementi da tenere in considerazione”.


In sintesi, la strada da fare è ancora lunga. Tuttavia è chiara la volontà di valorizzare il mondo dello sport e di strutturare regole ben precise sia per quel che riguarda l’inquadramento giuridico del lavoro sportivo, sia per la sicurezza e la salute in questo ambito.

Redazione Zero Morti

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