Valutazione dei rischi per garantire la sicurezza e l’inclusione della forza lavoro

La valutazione dei rischi in qualsiasi ambiente di lavoro è fondamentale anche per permettere una reale e corretta inclusione della forza lavoro. La gestione della diversità nel luogo di lavoro, infatti, è una questione importante nell’ambito della sicurezza e della salute sul lavoro, soprattutto tenendo in considerazione l’invecchiamento attivo e l’ingresso della forza lavoro giovane, spesso con contratti temporanei. Sono molto rari, tuttavia, studi legati dal punto di vista dei rischi nei confronti della diversità, così come gli strumenti necessari per affrontarla. Persone disabili, lavoratori immigrati, lavoratori anziani, donne e lavoratori temporanei, sono tutte categorie su cui possono esserci sostanziali rischi per la salute e la sicurezza.

Infatti, quando parliamo di lavoratori più esposti ai rischi parliamo di soggetti specifici in relazione a fattori quali l’età, le origini, il sesso, le condizioni fisiche o la posizione nell’impresa. Tali persone possono essere più vulnerabili e avere esigenze specifiche sul lavoro.

Affronteremo ognuno dei soggetti a cui fa riferimento questo articolo in maniera più approfondita nei prossimi articoli. In questa sede vogliamo esaminare i rischi per il personale anziano.

Invecchiamento attivo e i rischi. Cosa dice l’Inail

L’Oms definisce come lavoratore che invecchia (aging o ageing) colui che ha superato l’età di 45 anni e come lavoratore anziano (aged) chi ha oltre 55 anni.

Nel 2021 nell’UE-27 la quota di occupati sulla popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni era del 73,1% (dati Eurostat). Dal 2010 al 2021, nell’UE-27 gli over 55 tra i lavoratori sono in continua crescita, sia in termini assoluti (da più di 19 milioni a quasi 33 milioni) che relativi (dal 12,6% al 19,4% della forza lavoro). Al contrario i lavoratori under 55 hanno un andamento quasi stazionario in termini assoluti (da circa 135 milioni a 136 milioni) e decrescente in termini relativi (da 87,4% ad 80,6% della forza lavoro).

Nello stesso periodo l’Italia ha mostrato un incremento dei lavoratori over 55 ancora più marcato rispetto all’UE-27. Infatti, in Italia si è registrato un balzo da circa 1,8 milioni a circa 3,7 milioni. Le modifiche legate alle politiche previdenziali italiane, dalla metà degli anni 90 fino alla riforma Fornero del 2011, hanno innalzato la soglia di accesso alla pensione spostando l’asticella della forza lavoro verso una maggioranza di soggetti con un’età più avanzata.

Adeguare i luoghi di lavoro alle necessità

Eventuali problemi di salute e/o malattie croniche a lungo termine aumentano con l’età. Di conseguenza, a causa dei loro problemi di salute, circa il 30 % degli uomini e delle donne nella fascia d’età compresa tra 50 e 64 anni necessita di un adeguamento urgente del posto di lavoro allo scopo di prevenire i rischi di pensionamento anticipato e di inabilità al lavoro.

La gestione quotidiana della forza lavoro deve, dunque, prendere in considerazione i fattori legati all’età, comprese le forme di impiego e la natura delle mansioni individuali, di modo che tutti, indipendentemente dall’età, si sentano motivati a raggiungere i propri obiettivi e quelli aziendali”.

Gli otto obiettivi della gestione dell’età , secondo l’EU – OSHA sono i seguenti:

  • una maggiore consapevolezza dell’invecchiamento;
  • atteggiamenti positivi nei confronti dell’invecchiamento;
  • la gestione dell’età come compito e dovere fondamentale per dirigenti e quadri;
  • gestione dell’età nella politica del personale;
  • promozione della capacità lavorativa e della produttività;
  • apprendimento permanente;
  • accordi adeguati all’età,
  • passaggio sicuro e dignitoso al pensionamento.

La maggior parte delle strutture di lavoro sul tema dell’invecchiamento segue un approccio del tipo “risoluzione del problema”. Attraverso, invece, una migliore comprensione dell’invecchiamento come sfida o opportunità, le aziende possono valorizzare le risorse individuali e sostenere l’apprendimento intergenerazionale. Nel migliore dei casi, la gestione dell’età utilizza un approccio che tiene conto dell’intero arco della vita e crea pari opportunità per tutte le generazioni.

Manuela Tiberi

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