Investire maggiori risorse per la prevenzione

La questione della sicurezza e della salute sul lavoro è all’ordine del giorno. Governo e parti sociali si stanno confrontando per giungere al varo di un decreto che incida seriamente sulla materia.

Vorrei, su questo argomento, sottolineare l’importanza di investire nuove risorse per un piano straordinario di prevenzione e per migliorare tariffe e indennizzi per infortuni e malattie professionali. Ciò significherebbe consolidare il ruolo sociale dell’Inail, conferendo all’Istituto maggiore autonomia negli investimenti in prevenzione e tutela.

Noi spendiamo il 3% del Pil per riparare il danno in termini di risarcimenti. Tre punti di Prodotto Interno Lordo che equivalgono a 45 miliardi di euro. È, perciò, evidente quanto sarebbe utile e socialmente più equo se potessimo utilizzare una parte maggiore di quelle risorse, anziché ex post in risarcimenti e copertura di infortuni e malattie, ex ante in prevenzione. Salvaguardando vite e prevenendo inabilità e malattie.

Ora, le risorse raccolte dall’Inail come premi assicurativi dalle imprese, non possono essere investite senza l’autorizzazione da parte del Ministero dell’Economia, oltreché da quello del Lavoro. L’Inail rientra in quella che si chiama contabilità dello Stato. Perciò, ogni spesa compiuta dall’Istituto viene calcolata a debito dello Stato. Si verifica, perciò, un paradosso: le imprese versano le proprie risorse come premi assicurativi. Ma l’utilizzo di questo monte-risorse  a favore di lavoratori e imprese viene autorizzato solo in parte.

Se i premi pagati dalle imprese all’Inail non vengono prevalentemente utilizzati per prevenzione e tutela, allora bisogna onestamente ammettere che si tratta di una tassazione mascherata a carico delle imprese stesse. Questa impostazione va rapidamente corretta, soprattutto in un momento nel quale registriamo quotidianamente una recrudescenza degli infortuni e delle morti sul lavoro, accanto a un aumento dell’incidenza delle malattie professionali.

Cesare Damiano

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