Economia circolare: quali implicazioni per la salute e la sicurezza nel settore dei rifiuti

Economia circolare e neutralità climatica entro il 2040: questi sono i due capisaldi verso i quali l’Europa si sta orientando per un futuro più sostenibile.

La società del futuro, dunque, dovrebbe prevedere un “circuito chiuso” basato principalmente su una riduzione drastica dei flussi di rifiuti e sull’utilizzare questi come una risorsa, anziché uno scarto da gestire.

I principi “ridurre, riutilizzare, riciclare” dovranno sostituire nei prossimi anni quelli del “prendere, produrre, sprecare”.

Questo tipo di cambiamento totale di prospettiva prevede un enorme impatto su tutto il settore dei rifiuti e per la salute e la sicurezza di colore che ci lavorano.

Recentemente l’Agenzia Europe per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU – OSHA) ha analizzato in previsione diversi scenari sull’attuazione delle nuove disposizioni e sulle conseguenze relative alla salute e sicurezza. Ci possono essere diversi scenari possibili e percorsi alternativi per ottenere i risultati sperati.

VERSO UN’ECONOMIA CIRCOLARE: POSSIBILI SCENARI PER IL 2040

Per questa previsione l’EU-OSHA ha ipotizzato quattro possibili scenari basandosi su altrettanti fattori chiave. Grazie all’utilizzo di un software è stata raggiunta una gamma di diversi risultati possibili per azioni ed eventi del prossimo futuro e le correlate implicazioni per la SSL del settore dei rifiuti.

La tabella seguente riporta i quattro scenari e una breve descrizione elenca le caratteristiche di ogni scenario, seguite dai due o tre più implicazioni importanti per il settore dei rifiuti.

Sistema completamente circolare ed inclusivoCompleta neutralità dal carbone – di
un tipo pericoloso
Situazione a metà tra economia e crisi ambientaliCircolarità regionali
Nel 2040, i prodotti che vengono più venduti sono quelli che rientrano nella c.d. “progettazione rigenerativa” in grado di offrire un “net positive” – più di quanto si richiede – in termini di sostenibilità sociale ed ambientale. Il “riuso” prende il posto del “rimpiazzare”, ambiente e sicurezza dominano i processi decisionali.L’anno 2040 segna il
raggiungimento della neutralità dal carbone in Europa. La condizione ambientale è stata prioritaria, a scapito della qualità e delle condizioni di lavoro.
Nel 2040, la preoccupazione più grande per molti è avere un lavoro, non cosa il lavoro comporta.
C’è poca
considerazione per l’ambiente, i diritti sociali o la qualità del lavoro.
Nel 2040, tutti sanno che i lavoratori contrattualizzati godono di adeguate tutele, ma non vale lo stesso per quelli che non rientrano negli standard. Lo stesso vale per l’ambiente laddove il processo produttivo in termini di circolarità resta bloccato in una dimensione regionale all’interno dell’UE.
Implicazioni per la SSL nel settore dei rifiuti nel 2040
L’industria dei rifiuti è altamente automatizzata, in particolare per quanto riguarda quelli più pericolosi, riducendo i rischi del personale;
• La completa riqualificazione significa personale altamente
consapevole dei rischi su salute e sicurezza;
• I flussi di rifiuti sono
più concentrati, nascono nuovi rischi rispetto agli
oggetti che passano
diversi cicli.
Rapida introduzione di nuovi materiali in
flussi di rifiuti porta a porta e lavoratori esposti a rischi imprevisti durante la lavorazione;
• Misure di risparmio sui costi si traduce in
numero ridotto di
ispezioni in materia di SSL nel settore dei rifiuti;
• Nessuna integrazione della normativa sulla SSL in relazione alla legislazione ambientale.
Considerevole aumento del volume di rifiuti
Che travolge travolgente il settore di smaltimento a scapito della sicurezza;
• Con la crisi economica la sicurezza diventa una questione secondaria sia per i datori di lavoro che per i lavoratori.
Esternalizzazione dei rifiuti con nazioni più inesperte sulla gestione e manipolazione dei rifiuti da parte dei lavoratori con maggiore tassi di infortunio;
• I lavoratori si confrontano
con nuovi e non documentati
materiali nel ciclo dei rifiuti.
Fonte EU-OSHA

DIGITALIZZAZIONE

La tecnologia digitale potrebbe essere applicata nel settore della gestione dei rifiuti in modo molto più ampio di quanto non lo sia oggi, favorendo la creazione di un’ampia gamma di nuove opportunità o risolvendo problemi esistenti. Il tracciamento dei prodotti durante il loro intero ciclo di vita e la combinazione con bidoni dei rifiuti dotati di sensori, ad esempio, consentirebbe un’automazione più precisa dello smistamento. Inoltre, se la raccolta e il trasporto dei rifiuti — attualmente una delle principali fonti di — dovessero essere effettuati da veicoli autonomi, i rischi per i lavoratori potrebbero essere ridotti al minimo. Infine, con una maggiore densità di sensori aumenterebbe la consapevolezza del contenuto del flusso di rifiuti, riducendo così i pericoli per i lavoratori durante la movimentazione e lo smistamento.

ROBOTICA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELL’ECONOMIA CIRCOLARE

Il lavoro umano, al giorno d’oggi, continua a dominare la gestione e il trattamento dei flussi di rifiuti. Questa è una condizione destinata a cambiare nel corso dei prossimi due decenni in cui i robot diventeranno più abili all’identificazione di componenti riciclabili in flussi di rifiuti sempre più complessi. Tale situazione però potrebbe aumentare i rischi per i lavoratori a causa della stessa imprevedibilità degli automi. La complessità del robot e il grado di integrazione dell’intelligenza artificiale dipenderanno sul contesto legislativo e sulla capacità di investimento, su scala nazionale e regionale, che determinano il grado di diffusione della tecnologia. Permane, dunque, qualche incertezza riguardo al grado di completa attuazione nel 2040. Entrando nello specifico, invece, l’automazione presenta sicuramente rischi e benefici. Da un lato automatizzare i processi pericolosi nella gestione dei rifiuti, secondo l’EU-OSHA, ridurrà notevolmente i rischi per la SSL, ma l’interazione uomo-macchina potrebbe diventare più complessa portando i lavoratori a sopravvalutare o sottovalutare le capacità del robot. Inoltre, l’eccessiva dipendenza dall’automazione può portare anche alla dequalificazione del personale, in particolare in situazioni di emergenza, senza contare i rischi psicosociali.

NUOVI MATERIALI E PROCESSI DI SMALTIMENTO

Le nuove tecnologie potrebbero apportare progressi innovativi, soprattutto per lo smaltimento dei nuovi materiali (es. nanomateriali) o nel processo di smaltimento, come ad esempio per le biotecnologie industriali. Un percorso di questo tipo velocizzerebbe il raggiungimento degli obiettivi fissati per il prossimo e medio futuro. Tuttavia, l’aggiunta nel flusso dei rifiuti dei nuovi materiali e la scarsa conoscenza completa degli stessi potrebbero minare il processo della loro riciclabilità, come già ora accade per il fotovoltaico o per le batterie dei veicoli elettrici portando a nuovi rischi nel loro trattamento. Inoltre, i prodotti geneticamente modificati potrebbero portare a rischi biologici durante il riciclaggio o la lavorazione, in particolare se questi dovessero essere insufficienti etichettati.

ECONOMIA CIRCOLARE: NORMATIVE E DOCUMENTAZIONE

La normativa nell’UE spinge per una maggiore standardizzazione nell’elettronica, come ad es. per i caricabatterie dei telefoni cellulari, che potrebbe ridurre notevolmente la complessità dei rifiuti elettronici. Inoltre, ci si sta spostando verso una migliore documentazione sul contenuto chimico dei prodotti e sul costruire database più dettagliati per tutti i materiali. Una maggior attenzione dei rischi per la salute personale, oltre che ambientale, è divenuto punto forte per l’approvazione di nuovi materiali. L’attenzione è verso una migliore riciclabilità dei prodotti per ridurre i rischi di SSL nel trattamento dei rifiuti.

RIQUALIFICAZIONE

Il processo verso una giusta transizione dell’UE prevede il sostegno finanziario per aiutare i paesi membri ad orientarsi verso un’economia più climaticamente neutra. Questo include su larga scala la riqualificazione della popolazione attiva per colmare il divario di competenze tra posti di lavoro perduti e nuovi. Troppi lavoratori nel settore dei rifiuti sono, inoltre, considerati non sufficientemente qualificati, una condizione che porta maggiori rischi per la SSL e ostacola i processi di modernizzazione dell’ambito stesso.

CONCLUSIONI DELL’EU-OSHA

Passare ad un’economia circolare significa anche che il prodotto di oggi diventerà altro domani e il settore dei rifiuti svolgerà un ruolo centrale in questo sviluppo. Tuttavia, esistono forti perplessità che l’Europa sarà in grado di raggiungere obiettivi ambiziosi così ambiziosi. L’integrazione di nuove tecnologie, anche se molto costose, e la riqualificazione necessaria di tutto il settore possono e devono essere opportunità per migliorare anche in maniera sostanziale la salute e sicurezza dei lavoratori coinvolti. All’interno del processo di riciclo non è più possibile escludere i rischi e le considerazioni per la salute devono diventare parte di quel processo.

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