Buyer e supplier, un rapporto cruciale per la sicurezza di chi lavora. 

Il rapporto tra acquirente e fornitore – o tra cliente e appaltatore – influenza le condizioni di lavoro, anche in termini di salute e sicurezza. Non si tratta di una posizione ideologica. È un dato di fatto emerso da un’indagine dell’EU-OSHA che non lascia spazio a dubbi. Come si relazionano contractor e imprenditori impatta sulla vita di chi lavora alle loro dipendenze. 

Lo scambio di beni e informazioni nella catena di valore può essere articolato tramite contratti, rapporti informali o in modo ibrido, cioè quando flessibilità e norme coesistono. In ogni caso, tutti i soggetti coinvolti mireranno a massimizzare il proprio margine di guadagno. Ed è questa competizione per il profitto che insidia la salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori. In particolare, il rispetto dei codici di condotta può essere compromesso dai termini di consegna e di pagamento. Infatti, fare presto per avere il massimo ricavo è spesso il presupposto di molte tragedie. 

La sicurezza nei cantieri

Ciò emerge più di frequente nell’edilizia, uno dei settori più importanti per l’economia europea e, allo stesso tempo, tra i più rischiosi. In questo contesto, acquirenti e fornitori si interfacciano nello stesso luogo, i cantieri, dove entrambi dovrebbero cooperare per garantire salute e sicurezza ai propri sottoposti. Una priorità non di rado sacrificata per la corsa al profitto. Lo studio dell’EU-OSHA, analizzando i diversi metodi di governance, ha evidenziato pratiche e policy più efficaci per evitare che questo avvenga. 

In primo luogo, i clienti pubblici e privati dovrebbero svolgere un ruolo attivo nella gestione degli appalti e delle forniture. Secondo poi, gli ispettori del lavoro non dovrebbero limitarsi alle azioni di sanzione, ma dovrebbero essere inclusi nel management per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Parallelamente, sarebbe opportuna un’opera di armonizzazione della normativa dei vari paesi UE su formazione e certificazioni in materia. Infine, sarebbe funzionale facilitare le micro e piccole imprese nella gestione di questa complessa documentazione, con programmi specifici. 

L’Agenzia Europea però non ha trascurato responsabilità e iniziative che dovrebbero essere in capo agli imprenditori e ai contractors stessi. Tanto è vero che, stando alle raccomandazioni dell’EU-OSHA, tutti i soggetti privati che operano nei cantieri, dovrebbero monitorare quotidianamente le condizioni di lavoro. È fondamentale anche che sappiano combinare premi e sanzioni, quando si consolidano buone pratiche o, quando, al contrario, non sono rispettate. 

Dunque, un ampliamento e una maggiore definizione delle responsabilità nella supply chain edilizia sono la chiave per incrementare i livelli di salute e sicurezza.

L’importanza delle relazioni informali dell’agroalimentare

Ma questo non vale solo ed esclusivamente per chi lavora sulle impalcature. Anche nel settore agroalimentare ci sono sensibili margini di miglioramento, sebbene con le dovute differenze. 

Infatti, in questo caso, è raro che l’acquirente sia presente nei siti di produzione, non agendo nel medesimo luogo del fornitore. Di conseguenza, la relazione tra buyer e suppliers non può che avere un’influenza indiretta sulla salute e la sicurezza di chi lavora. In particolare, al di là dei codici di condotta e delle varie certificazioni, sono cruciali dei buoni rapporti informali. Perché proprio dalla stabilità dei contatti, da un’efficace comunicazione a tu per tu e dalla fiducia reciproca derivano condizioni di lavoro stabili, a loro volta essenziali per la salute e la sicurezza dei dipendenti. 

Datori e policymakers devono quindi agire su questo fronte: il rafforzamento della cooperazione tra buyers e suppliers. 

In tal senso, a livello istituzionale, non va sottovalutato il potenziale normativo del Green Deal. Le relative prassi di due diligence e monitoraggio sulla sostenibilità delle catene di valore possono essere utili strumenti anche per la sicurezza. C’è però il rischio che certificazioni e relazioni di controlli rimangano carta straccia per quelle piccole imprese che non hanno una capacità amministrativa e finanziaria idonea a adempiere agli obblighi dell’UE. Rifacendosi all’esperienza norvegese, l’Agenzia Europea suggerisce di integrare le diverse certificazioni, elaborando modelli semplificati.  

Contemporaneamente, l’Eu-OSHA ha altrettante raccomandazioni per i buyers e suppliers agroalimentari. Innanzitutto, li richiama a una maggiore sinergia e integrazione tra sostenibilità ambientale, necessità di approvvigionamento e SSL. Questo perché tendono a dare maggiore rilevanza alla sicurezza alimentare e all’ambiente, affidando invece a terzi le certificazioni su salute e sicurezza. Oltre a ciò, sempre l’Agenzia europea sottolinea l’importanza di rapporti contrattuali e personali continuativi e leali, per favorire investimenti e occupazione stabile, tutti fattori funzionali a luoghi di lavoro più sicuri. Ciò è particolarmente vero nella gestione delle consegne. Come sopra detto, non è inusuale che la necessità di rispettare scadenze ed evitare danni economici, ricada sulla messa in pericolo di chi lavora. Secondo l’Agenzia Europea, proprio un confronto aperto tra buyers e suppliers può essere il primo passo per accordi flessibili, minor pressione e maggiore sicurezza di lavoratrici e lavoratori. 

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