Lavoro agricolo. Rischi e soluzioni

Il settore agricolo è uno di quelli in cui i lavoratori possono incorrere in diversi rischi, spesso anche molto gravi. Sia nel 2021 che nei primi mesi del 2022, purtroppo, sono diversi gli incidenti registrati nei campi agricoli a causa di molteplici situazioni di pericolo.

Ravi, lavoratore agricolo della provincia di Latina, nel corso di un’intervista ci aveva raccontato un po’ della sua esperienza e dei suoi colleghi.

Abbiamo scelto di approfondire ulteriormente il tema e lo abbiamo fatto con Raffaella Sette, Responsabile nazionale della sicurezza sul lavoro per la Uila.

QUALI SONO I RISCHI PER I LAVORATORI AGRICOLI?

L’agricoltura è uno dei settori a maggior rischio, sia per entità che per frequenza di infortuni. I rischi sono dovuti a una pluralità di fattori:

  • chimico per uso di sostanze pericolose o contatto con agenti biologici e materiali potenzialmente nocivi quali anticrittogamici, fitosanitari, pesticidi, sostanze allergizzanti/irritanti, cancerogeni e mutageni;
  • naturale, legato al tipo di terreno e al clima;
  • meccanico, legato alle lavorazioni, tra cui quelli da movimentazione manuale dei carichi. Un mondo nel quale accanto a macchinari estremamente avanzati che fanno ampio uso di tecnologie digitali continuano a coesistere trattori e macchine agricole talvolta obsolete.

Da evidenziare i rischi per i lavoratori agricoli insiti nel lavoro stesso all’aperto, soprattutto con l’arrivo della stagione estiva che coincide con le grandi campagne di raccolta e, le elevate temperature, la scarsa idratazione, possono provocare malori o pericolosi colpi di calore, che possono diventare anche mortali.

Inoltre, non va sottovalutata una peculiarità dell’agricoltura che è la variabilità nell’anno delle lavorazioni e della forza lavoro che vede l’avvicendarsi di lavoratrici e lavoratori stagionali, sia italiani che stranieri, talvolta impiegati con rapporti di lavoro irregolari e non formati.

E SPESSO CHI LAVORA IN QUESTO SETTORE NON HA NEMMENO ALCUN CONTRATTO REGOLARE

Proprio il lavoro sommerso e irregolare è tra le principali cause degli incidenti e degli infortuni, perché è lì, tra i soggetti più deboli, che la salute dei lavoratori è poco tutelata o del tutto ignorata. Un aspetto che va sicuramente segnalato degli infortuni in agricoltura riguarda il fatto che i dati Inail per il settore non distinguono tra gli infortuni dei lavoratori autonomi e quelli dei dipendenti. È dunque molto complesso avere un numero attendibile e verificabile degli infortuni che avvengono sul campo e che, a dire il vero, risultano in maggioranza denunciati dagli autonomi.

QUALI SONO GLI INTERVENTI CHE POSSONO ESSERE MESSI IN CAMPO PER MIGLIORARE LE LORO CONDIZIONI?

Per quanto ci riguarda, è nella contrattazione, sia nazionale che provinciale, che in via prioritaria la Salute e la Sicurezza sul lavoro deve trovare la necessaria collocazione al fine di implementare le basi minime indicate dalla normativa vigente e rendere concreto il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza del lavoro.

È necessario evidenziare l’importanza della Bilateralità nel settore agricolo, sia nazionale che territoriale, poiché la promozione e la tutela della SSL è proprio tra gli scopi statutari della bilateralità.

  • Attraverso l’EBAN, l’ente bilaterale nazionale, sono stati attivati bandi per le imprese che applicano il Ccnl degli operai agricoli e florovivaisti per finanziare attività formative obbligatorie per lavoratrici e lavoratori;
  • Anche gli EBAT, gli enti territoriali, finanziano iniziative formative in tema di SSL. facilitano e agevolano la creazione e l’operatività dei Rlst, mediante l’impegno comune e le risorse economiche a disposizione. La maggior parte degli Ebat hanno previsto i Rlst, una figura molto importante per il settore, che permette anche ai lavoratori che si trovano nelle microaziende, di poter esigere il proprio diritto alla sicurezza;
  • Sempre con riferimento alla formazione, è citare anche il Fondo Paritetico nazionale interprofessionale per la formazione continua in agricoltura (Foragri) che finanzia piani formativi e iniziative anche in tema di Ssl.

Siamo molto impegnati su molti fronti per migliorare le condizioni di salute e sicurezza delle lavoratrici e ridurre i rischi dei lavoratori agricoli, un settore fondamentale per il nostro paese al quale è indispensabile ridare la giusta dignità.

Pertanto, riteniamo sia indispensabile continuare a impegnarci sul versante dell’emersione del lavoro irregolare e di lotta al precariato, dove si riscontrano meno tutele e bassa prevenzione. In questo contesto sosteniamo fortemente il ruolo della Bilateralità come centro regolatore del mercato del lavoro in agricoltura per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro promuovendo la diretta interlocuzione tra i datori di lavoro e i lavoratori.

COSA FARE INOLTRE?

Agri.Bi è un ente bilaterale veronese, che ha realizzato una piattaforma informatica d’incontro per chi cerca e chi offre lavoro e in cui vengono erogati anche servizi di formazione su salute e sicurezza.

Dobbiamo vigilare affinché per le attività appaltate si applichino i giusti contratti collettivi di settore stipulati dalle categorie di Cgil, Cisl e Uil, per garantire anche in tema di salute e sicurezza le giuste tutele.

Una barriera da infrangere, poi, è quella della conoscenza della lingua italiana da parte dei tanti extracomunitari impiegati nelle nostre campagne. Ci sembra quindi opportuno che vengano rafforzate ed estese in tutti i territori quelle iniziative già portate avanti da molti Ebat che producono e diffondono documentazione in più lingue sulla sicurezza destinate, in particolare, alla manodopera extracomunitaria, attraverso la quale i lavoratori possano conoscere i rischi, le norme di prevenzione e le attività di primo soccorso necessarie in caso di incidente.

Inoltre, attivare sempre più programmi formativi per rappresentanti e lavoratori, mirati non solo a fornire informazioni in merito ai rischi connessi agli impianti, ai processi e ai prodotti e alle misure di sicurezza esistenti nel proprio luogo di lavoro, ma anche indirizzati ad orientare comportamenti consapevoli e partecipativi. In generale, vanno implementati momenti informativi e formativi aggiuntivi a quanto previsto dal D. lgs. 81/2008.

Raffaella Sette, Responsabile Nazionale Sicurezza sul Lavoro per la Uila

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