Infortuni sul lavoro: dati stabili, ma i numeri restano inaccettabili!
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- Written by Grazia Bianchi
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Anche per il 2024, la Relazione annuale INAIL conferma un quadro critico e complesso in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Nonostante una sostanziale stabilità del numero complessivo di denunce per infortuni, i dati evidenziano dinamiche preoccupanti, soprattutto per quanto riguarda i casi mortali e gli incidenti in itinere. L’analisi, aggiornata al 3 luglio 2025, offre una fotografia dettagliata dell’andamento degli infortuni sul lavoro, mettendo in luce le aree di maggiore criticità, le fasce più vulnerabili della popolazione lavorativa e la necessità urgente di un cambiamento culturale e strutturale nella prevenzione.
Andamento generale: lieve aumento dei casi mortali
Nel corso del 2024 sono state denunciate 1.202 morti sul lavoro, una in più rispetto al 2023. Il dato evidenzia un leggero calo tra i lavoratori (da 1.193 a 1.189), ma un preoccupante aumento tra gli studenti (da 8 a 13, di cui uno nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento – PCTO).
Modalità di accadimento: aumentano gli infortuni in itinere
Continua la tendenza alla riduzione degli infortuni avvenuti durante l’attività lavorativa (-1,9%, da 421.533 a 413.517), mentre aumentano quelli in itinere, ovvero lungo il tragitto casa-lavoro, che oggi rappresentano il 19,6% del totale delle denunce – quota in crescita costante dal 2020.
Questo incremento coinvolge entrambi i generi (uomini +4%, donne +2,2%) ed è distribuito in maniera equilibrata tra le fasce d’età 18-34, 35-49 e 50-64 anni. Le denunce in itinere sono più frequenti nella gestione Industria e Servizi (90.374 casi, +3,2%) e nel Conto Stato, che registra l’incidenza più alta (32,1%). In Agricoltura l’incremento è dell’11,1%, seppure con numeri assoluti più contenuti.
Circa sette casi su dieci hanno coinvolto veicoli leggeri (auto, furgoni, trattori senza rimorchio), seguiti da moto, scooter, monopattini e biciclette. I decessi in itinere sono saliti a 303 (+10,2%), rappresentando il 25,5% del totale dei casi mortali, con aumenti significativi in tutte le aree geografiche, in particolare in Lombardia (+10), Marche e Puglia (+6 ciascuna).
Distribuzione territoriale: il Nord-Est resta l’area più colpita
La maggior parte delle denunce per infortunio in occasione di lavoro si concentra nel Nord-Est (33%), seguito da Nord-Ovest (27,6%), Centro (19,5%), Sud (13,2%) e Isole (6,7%). Quattro regioni Lombardia (17,4%), Emilia-Romagna (13,5%), Veneto (12,1%) e Toscana (8,3%) raccolgono oltre la metà degli infortuni denunciati.
Genere, età e origine: aumentano le denunce tra giovani e stranieri
Nel 2024, le denunce sono calate tra gli uomini del 2,3% e tra le donne dell’1,1%. I decessi sono diminuiti rispettivamente di 29 unità per gli uomini (-3,4%) e di 3 per le donne (-5,1%).
Dal punto di vista anagrafico, la riduzione delle denunce ha interessato le fasce 35-49 anni (-4,8%) e 50-64 anni (-1,8%), mentre si è registrato un aumento tra i più giovani (fino a 34 anni, +0,6%) e gli over 64 (+4,4%).
Gli infortuni tra lavoratori stranieri continuano ad aumentare: nel 2024 rappresentano il 23,5% del totale delle denunce (+1,5% rispetto al 2023). Anche la quota dei decessi tra i lavoratori stranieri è cresciuta (21,6%, +9,1%). Ancora più significativo l’aumento delle denunce di malattie professionali, con una crescita del 27,4% tra i lavoratori stranieri (contro il +21,3% tra gli italiani), passando da 6.012 casi nel 2023 a 7.659 nel 2024. In cinque anni, l’incidenza è passata dal 7% all’8,7%.
Una realtà ancora inaccettabile: non sono numeri, ma persone.
I dati della Relazione INAIL 2024, seppur in parte stabili, continuano a rappresentare una strage silenziosa e inaccettabile. Come sottolineiamo da tempo, non si tratta solo di statistiche, ma di vite umane spezzate. Da tempo la Uil porta avanti la campagna “Zero morti sul lavoro”, per chiedere con forza più sicurezza, prevenzione e formazione.
Promuovere la cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere un impegno etico e sociale. Serve un cambio di paradigma: educare giovani e lavoratori, sostenere le imprese virtuose, rafforzare le tutele e combattere il lavoro irregolare.
La sicurezza non può più essere solo un obbligo normativo: deve diventare un valore fondante, in ogni contesto della nostra società.