Aggressioni nei luoghi di lavoro: un fenomeno che riguarda più settori
Sempre più frequentemente lavoratrici e lavoratori subiscono aggressioni sul luogo di lavoro: è un problema che ha avuto anche le attenzioni della cronaca, in modo particolare per quanto riguarda il settore sanitario. Ma sappiamo che questo fenomeno, seppure riguardi in misura maggiore alcuni settori, come quello della sanità appunto, non si esaurisce certo solo questo. Gli ambiti professionali che ne sono colpiti sono molti, tutti caratterizzati da un frequente contatto con il pubblico: i trasporti, la pubblica amministrazione, la scuola.
L’indagine EU-OSHA su sicurezza e salute
L’ultima indagine dell’EU-OSHA (l’Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro), PULSE, sulla Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro nel periodo post-pandemico, condotta su un campione di oltre 27mila lavoratori dipendenti, di tutti i Paesi dell’UE, dimostra come, tra i rischi psicosociali, la violenza e l’abuso verbale perpetrati da parte di clienti, pazienti, alunni, etc. sia un rischio al quale ritengono di essere esposti, in media, quasi due lavoratori su dieci (16%). Percentuale che cresce quando a rispondere sono le donne (19% contro 13% degli intervistati maschi).
Tra i settori in cui questi rischi sembrano essere più diffusi, se ai primi posti troviamo quelli, purtroppo già noti anche nel nostro Paese, come appunto la sanità (30%), l’istruzione (20%), il Commercio e il trasporto (19%), non possiamo non tenere conto anche delle alte percentuali relative ai settori apparentemente meno esposti, come quello della Pubblica amministrazione (17%), dei servizi sociali (13%) o dell’agricoltura/silvicoltura (13%).
Le aggressioni nei luoghi di lavoro
A fronte di questo dato e sempre citando un altro studio della stessa Agenzia, la Terza indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-3) – nel quale sono state effettuate circa 45.420 interviste a coloro che “conoscono meglio in materia di salute e sicurezza negli stabilimenti” – tra le strutture che riferiscono di avere a che fare con clienti, pazienti o alunni difficili, poco più della metà, il 58% di quelle che impiegano 20 o più dipendenti, riferisce di avere una procedura in atto per gestire possibili casi di minacce, abusi o aggressioni da parte di clienti, pazienti o altri soggetti esterni. persone (media UE28, in aumento rispetto al 55% nel 2014).
Sebbene, quindi, vi siano alcuni dati europei sul tema, a livello nazionale non sono presenti statistiche che abbiano in qualche modo indagato sul tema aggressioni.
Il progetto UIL, ITAL, ENFAP Italia sulle aggressioni
Anche per questa ragione, la UIL, insieme al patronato ITAL e a ENFAP Italia, ha deciso di intraprendere un progetto di ricerca, finanziato da INAIL, finalizzato proprio a indagare le aggressioni sul lavoro, attraverso diverse attività, tra le quali la somministrazione di un questionario che sarà preparato dal team del progetto insieme al prezioso contributo delle categorie che sono maggiormente toccate dal problema.
Il seminario ad Ambiente Lavoro a Bologna
L’occasione per presentare al pubblico l’inizio di questa ricerca è stata il seminario organizzato nella cornice di Ambiente Lavoro, una delle più importanti manifestazioni nazionali nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro, che si è svolta a Bologna dal 10 al 12 ottobre e presso la quale la UIL aveva anche un proprio stand espositivo.
All’evento, che si è tenuto la mattina dell’11 ottobre, hanno partecipato esperti delle istituzioni e dell’accademia, come Guglielmo Loy, Presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INAIL, Paolo Pascucci, Professore di Diritto del Lavoro dell’Università di Urbino e Presidente dell’Osservatorio Olympus, Matteo Tripodina, Past President AIRESPSA. Per i tre soggetti organizzatori hanno partecipato Marcello Borghetti, Segretario Generale UIL Emilia Romagna, che ha introdotto i lavori, e Ivana Veronese, Segretaria Confederale, che ha svolto le conclusioni, mentre per l’ITAL sono intervenuti Piero Bombardieri, responsabile SSL, ed Elio Munafò, Comitato Tecnico Scientifico UIL-ITALUIL e, infine, per ENFAP Italia è intervenuta la Presidente, Noemi Ranieri.
Di particolare interesse sono stati, poi, gli interventi delle delegate e dei delegati UIL che hanno portato la propria esperienza e hanno permesso la conoscenza di un punto di osservazione e di analisi inevitabilmente privilegiato, perché interno.
Eulalia Grillo (UILSCUOLA-RUA), Paolo Mennella (UILTRASPORTI), Emanuele Talarico (UIL FPL), Teresa De Rosa (UILPA) e Cristian Zaza (UILTUCS) hanno portato all’attenzione del pubblico che ha riempito la sala esperienze, in alcuni casi vissute in prima persona, che hanno aiutato a focalizzare problemi e criticità di un fenomeno che, anche alla luce della Convenzione OIL n. 190, dovrebbe avere un maggior grado di tutele e, invece, ancora oggi lascia spesso lavoratrici e lavoratori esposti a comportamenti violenti che, con l’arrivo della pandemia, si sono intensificati.
Questo evento, che si inserisce all’interno del ciclo di seminari “PerCorsi di Sicurezza” organizzati dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL Nazionale, è stato un importante momento di approfondimento e condivisione di criticità e, ancora una volta, la dimostrazione tangibile di quanto la salute e la sicurezza sul lavoro, in tutte le sue declinazioni, sia la priorità assoluta per la nostra Organizzazione.
Ufficio Lavoro Coesione e Territorio della UIL