SICUREZZA. I DATI NEL SETTORE COSTRUZIONI NELL’ULTIMA ISTANTANEA INAIL
Il settore delle costruzioni è storicamente noto, purtroppo, come uno tra i più a rischio al livello di infortuni, principalmente per il tipo di attività manuale a cui si è sottoposti ed anche per gli effetti legati alla stagionalità e al clima nel quale si è costretti a lavorare. La lettura degli indici di rischio nell’ultimo triennio disponibile 2018 – 2020 conferma, infatti, che la frequenza infortunistica, sia se considerano le inabilità permanenti che le morti, collocano il settore al primo posto rispetto a tutti quelli della gestione assicurativa dell’industria e servizi.
I nuovi dati INAIL
In questo articolo ci soffermiamo in particolare sui Dati Inail forniti dall’istituto nel periodico di dicembre che aggiornano i dati sul settore costruzioni, un comparto – si legge – che coinvolge il 7,8% degli addetti e l’11,3% delle aziende nazionali operanti nell’Industria e Servizi pari nel quinquennio 2017-2021 a una media di circa 500mila imprese e un milione 350mila lavoratori.
Come sappiamo le costruzioni nel biennio 2021/2022 hanno dato un forte impulso alla crescita del prodotto interno loro del Paese con almeno 1/3 del suo incremento attribuibile a questo settore dell’economia, con tassi di crescita del mercato mai riscontrati in tutta la storia del Paese, nemmeno nel boom della ricostruzione degli anni 50 e 60, dovuti per lo più agli incentivi fiscali messi a disposizione dal governo, tra cui i bonus edili e la cessione del credito tramite lo sconto in fattura.
Boom di cantieri e aumento degli infortuni
Purtroppo però al boom dei cantieri e alla crescita dell’occupazione è corrisposto anche un aumento degli infortuni che nel 2022 sono stati 40.135 nel settore, in aumento del 3,4% dal 2021, ma nell’analisi quinquennale in linea con i dati del primo biennio 2018-2019. Resta elevato anche il numero dei morti che colloca il settore al secondo posto in valore assoluto dopo il manifatturiero, con una differenza di appena due casi: 175 decessi.
Secondo il dossier fornito dall’Inail la maggior parte degli infortuni professionali e dei decessi si verifica nelle fasi di demolizione/preparazione del cantiere, nei lavori di impiantistica elettrica e idraulica e in generale nelle opere di costruzione specializzata, il resto accade nella costruzione di edifici e nelle opere di ingegneria civile. Tra gli altri aspetti da segnalare c’è il fatto che nel quinquennio la stragrande maggioranza degli infortuni avviene in occasione di lavoro e che gli infortunati sono molto più spesso uomini (97%) e stranieri (1 su 4) data una maggiore presenza di queste categorie per il tipo di lavoro svolto.
Le principali cause di infortunio nei cantieri
La caduta dall’alto si riconferma tra le principali cause di infortunio con il 30% dei casi dovuti a schiacciamento in movimento verticale o orizzontale su/contro un oggetto immobile (9 casi su 10 cadute dall’alto). A tutto questo si aggiunge il tema delle malattie professionali sempre più in aumento e che come sindacato stiamo attenzionando da tempo. Riportando ancora i dati del dossier in esame nel 2022 sono state protocollate 10.238 malattie di origine professionale con un significativo aumento del 20,2% rispetto alle 8.516 del 2018.
Un aumento costante e che interessa tutte le divisioni Ateco che compongono il settore, anche nel quinquennio, ad eccezione del 2020 in cui le denunce di patologie lavoro – correlate sono calate del 24% rispetto al 2019 pre pandemia. Con 7.506 denunce nel 2022, pari poco più al 75% del totale dei casi codificati e con un’incidenza più alta rispetto al 71,2% dell’intera gestione Industria e Servizi, i lavoratori delle costruzioni presentano soprattutto malattie a carico del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo seguite dalle patologie del sistema nervoso (11%), dell’orecchio (10,1%) e con percentuali più contenute, da quelle respiratorie (1,5%) e dai tumori (1,1%).
Le battaglie della UIL
A fronte di questa analisi continuiamo a sostenere con la UIL la necessità di affrontare questa battaglia e vincerla, il tema della salute e sicurezza sul lavoro va affrontato subito e non episodicamente, con una visione quanto mail complessiva e di prospettiva e con un coinvolgimento reale di chi nei luoghi di lavoro c’è davvero e avverte la preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori, la disperazione delle famiglie e l’indignazione dell’intero Paese.
Per la Feneal indubbiamente negli anni passati si sono avute alcune risposte importanti con provvedimenti come il Durc di congruità, l’applicazione dei contratti di settore anche a tutta la filiera e la riduzione degli anni di contribuzione per l’accesso all’ape sociale ad esempio. Ma occorre fare ancora molto e il governo non sembra al momento porre la giusta attenzione sul tema, non avendo previsto alcunché nell’ultima legge di bilancio né in termini di risorse né di assunzioni per rafforzare le ispezioni.
Noi chiediamo l’applicazione della Patente a punti, uno strumento importante già previsto dal Testo unico e la definizione di un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, investimenti su formazione e informazione e rafforzamento dell’utilizzo della tecnologia per la prevenzione degli infortuni insieme con l’introduzione di aggravanti per gli infortuni sul posto di lavoro.
In particolare in questo momento vogliamo ricordare quanto sia necessario prevedere con i tanti cantieri avviati grazie ai bonus edilizi e al Pnrr un lavoro di monitoraggio specifico su salute e sicurezza prevedendo ad esempio una procura nazionale, ulteriori assunzioni di personale ispettivo, unitamente a misure per far emergere il sommerso, quali i patti territoriali contro l’illegalità, ma anche a misure agevolative. Sollecitiamo il governo ad intervenire con provvedimenti concreti e mirati senza aspettare la prossima tragedia troppo spesso annunciata.
FENEAL UIL