Luci e ombre del Superbonus 110%
Occasione per riqualificare il settore, ma in sicurezza
Dopo anni di crisi si può finalmente dire che il settore delle costruzioni è in ripresa, grazie soprattutto alla spinta del Superbonus 110% e degli altri incentivi edilizi introdotti. Non mancano, però, i problemi legati alle speculazioni di chi vuole entrare nel mercato e accaparrarsi a tutti i costi la sua parte di bottino.
Inoltre, i tempi ristretti per usufruire dei bonus hanno moltiplicato le distorsioni già presenti nel settore quali il ricorso ai subappalti, la scarsa formazione, i controlli insufficienti e i limitati investimenti in sicurezza.
A ciò si aggiunge il dato più drammatico, che riguarda l’aumento del 30% degli incidenti nel settore negli ultimi quattro mesi (in particolare dovuti alla caduta dall’alto).
I dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, a seguito della nuova normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro introdotta con il decreto fiscale, confermano gli allarmi.
Da settembre a dicembre sono state controllate 5.000 imprese di cui l’87% è risultato irregolare.
Sospesi 414 cantieri per gravi carenze nell’applicazione delle norme per la sicurezza e salute sul lavoro e irregolarità fiscali.
Nell’intero anno 2021, invece, oltre 13.000 le violazioni accertate, di cui il 43% riguarda la sorveglianza sanitaria; il 22% la formazione e informazione; il 20% i rischi elettrici; il 6% la mancata valutazione dei rischi.
Un fenomeno, inoltre, da segnalare è sicuramente la nascita incontrollata di migliaia di nuove imprese, molte improvvisate e senza alcuna preparazione.
11.563 nel secondo semestre 2021 secondo i dati dell’Associazione Nazionale Costruttori.
Un dato del 50% superiore a quello, pure in crescita dello stesso periodo 2020. Solo il 25% di queste nuove imprese è rappresentato da società di capitale, mentre il 75% ha una forma imprenditoriale meno strutturata, e solo il 39% degli imprenditori che hanno costituito nuove imprese ha un’altra attività in edilizia o viene da una precedente esperienza fatta nel settore. Il restante 61% è nuovo dell’edilizia.
Ad oggi è troppo semplice accedere al settore senza alcuna preparazione, improvvisando competenze e formazione che andrebbero, invece, costruite negli anni per garantire una buona edilizia e soprattutto una giusta tutela ai lavoratori impiegati.
Il Superbonus, infatti, è un’opportunità eccezionale per modernizzare ed efficientare il Paese all’insegna del risparmio energetico e della messa in sicurezza. Un volano economico straordinario che ha consentito la ripresa del settore dopo anni di crisi, ma la crescita deve anche creare buona occupazione e migliorare il settore, puntando su un diverso modello di edilizia che privilegi qualità del lavoro e delle opere.
Le cose da fare sul versante della regolarità, qualità del lavoro e sicurezza sono, infatti, ancora tante.
Lo scorso anno la congruità è stato un importante traguardo così come la riduzione dei criteri per accedere all’ape social. Ma come scritto, pesa la mancanza di un sistema di qualificazione delle imprese e diventa sempre più urgente dare avvio alla Patente a punti (art. 27 del Testo Unico) che garantirebbe una selezione delle imprese che accedono al settore.
Un’ottima notizia è che nell’ultimo decreto approvato in Consiglio dei Ministri proprio per regolare le storture del SuperBonus ha trovato posto una norma fondamentale per la sicurezza sul lavoro nel settore edile e per contrastare dumping contrattuale e concorrenza sleale. Richiesta dei sindacati di settore FenealUil Filca Cisl Fillea Cgil condivisa dal ministro del Lavoro Andrea Orlando che obbliga le imprese che volessero accedere ai bonus di applicare ai lavoratori il contratto nazionale di settore.
Il contratto edile è infatti l’unico in grado di fornire adeguata formazione, giusta retribuzione ed elevati standard di sicurezza proporzionati al tipo di lavoro che si svolge. A nostro parere inoltre l’applicazione del contratto edile consentirà controlli più facili all’agenzia delle entrate che potrà, attraverso la banca dati Inps-Inail-Casse edili, verificare se l’impresa esiste, lavora e ha assunto tutti i dipendenti regolarmente.
Infine, in direzione di una maggiore sicurezza, regolarità, trasparenza e legalità, sarebbe anche il caso di considerare i cantieri privati alla stregua di quelli pubblici, soprattutto se sono in ballo risorse pubbliche, estendendo a tutti l’obbligo di attestazione Soa, la certificazione richiesta alle aziende per partecipare alle gare d’appalto per i lavori pubblici.
Redazione Feneal UIL