Lavoro in somministrazione: sicuro (o rischioso) come tutti
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La recente tragedia di Caserta in cui ha perso la vita un giovane dipendente di un’agenzia di somministrazione, ha nuovamente fatto emergere interrogativi che ciclicamente si ripresentano. Il più frequente è quello secondo il quale lavorare per un’agenzia di somministrazione (ex interinale) non sia sicuro. Ma è vero che non si hanno le stesse tutele, gli stessi diritti e garanzie su salute e sicurezza?
No! Per legge e per contratto!
Le agenzie di somministrazione, spesso grandi società nazionali o europee, hanno i medesimi obblighi di qualsiasi altra azienda nel momento in cui assumono un dipendente, in condivisione con la ditta utilizzatrice. Questo è probabilmente il fattore che contraddistingue la differenza rispetto al lavoro “diretto”.
Alcune competenze e responsabilità sono ripartite o condivise, appunto, tra agenzia e azienda utilizzatrice, ma esclusivamente per motivi operativi e di praticità. Dal punto di vista formale, comunque, e a scanso di equivoci, lavoratrici e lavoratori somministrati sono assunti da un’agenzia che ne è formalmente il datore di lavoro. Relativamente alla sicurezza, ogni lavoratore contrattualizzato da un’agenzia e inviato in missione presso un’azienda utilizzatrice è sottoposto al medesimo trattamento dei dipendenti diretti e dunque a quanto previsto dalla normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, contenuta nel Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro.
IL D. Lgs. n. 81/2008, nella fattispecie, prevede unicamente in capo all’utilizzatore la responsabilità specifica in materia di salute e sicurezza, per cui nel settore della somministrazione i problemi in tale ambito sono gli stessi che si ritrovano in tutti gli altri settori: laddove si trovano utilizzatori poco attenti al rispetto della normativa i rischi per i lavoratori sono uguali a quelli di tutti gli altri settori merceologici. Tuttavia, come comparto della somministrazione, abbiamo creato un sistema avanzato di relazioni sindacali che ci ha consentito, come ad esempio in periodo Covid, di intervenire sulle agenzie per il lavoro e fare in modo che queste, pur non essendo obbligate dalla normativa legislativa essendo l’obbligo in capo agli utilizzatori, di fornire alle lavoratrici ed ai lavoratori in somministrazione tutti i dispositivi di protezione previsti dalla legge. Un’azione, questa, che a nostro avviso deve rappresentare una modalità operativa da rendere strutturale al fine di offrire tutele ancora maggiori.
Dopodiché, venendo all’aspetto più diretto, i somministrati prima di iniziare la loro missione devono ricevere moduli di formazione sulla sicurezza, che variano rispetto alla mansione che andranno a coprire, in perfetta corrispondenza con quanto previsto dal contratto collettivo applicato in quella azienda e ovviamente dalle norme di riferimento.
Se un somministrato andrà a svolgere una mansione che prevede una formazione specifica sulla sicurezza, magari in un settore più rischioso, la deve ricevere al pari del “collega” diretto, prima dell’inizio dell’attività, o al massimo entro 60 giorni dal suo inizio. Quindi, dal punto di vista normativo e contrattuale, non ci sono carenze o revisioni al ribasso sul comparto. Ovviamente, purtroppo, non possiamo negare che in alcuni contesti le regole non vengono rispettate a pieno, come accade diffusamente e in diverse realtà.
Tuttavia trovandoci spesso davanti a missioni brevi o interrotte e riprese nel tempo, nasce il rischio che i lavoratori non assolveranno alla formazione specifica quando hanno missioni al di sotto dei due mesi.
In ottica di prevenzione, su questo aspetto particolare, riteniamo che sia necessario erogare questa particolare formazione all’inizio di ogni missione, a prescindere dalla sua durata sia per evitare, come avviene in questi casi, di inviare sul posto di lavoro personale non completamente formato, sia per offrire al dipendente elementi di conoscenza che possono tornargli utili successivamente.
Comunque tra le sanzioni previste per le aziende che non rispettano le leggi sulla sicurezza ne vige una “interna” al settore secondo cui le aziende che non rispettano le leggi sulla sicurezza (formazione, fornitura DPI ove prevista, valutazione rischi…) non possono accedere alla somministrazione di lavoro. Una sorta di autotutela, per dirla nel linguaggio della pubblica amministrazione!
Se andiamo a dare uno sguardo ai dati sugli infortuni nel settore della somministrazione, invece, siamo all’interno della media nazionale in termini di incidenza rispetto ai contratti collettivi di riferimento. Ciò per specificare che se in un settore riscontriamo una percentuale di infortuni, la stessa, proporzionalmente, riguarda i somministrati che operano in quel settore.
E se qualche numero può apparire maggiore è unicamente perché statisticamente i lavoratori somministrati rientrano nelle fasce d’età maggiormente coinvolte in fenomeni infortunistici. Questo soltanto per attestare che il lavoro in somministrazione è rischioso, purtroppo, al pari degli altri, ricalcandone sommariamente le percentuali.
Come sindacato di settore, considerata la particolarità di questa tipologia contrattuale che vede spesso turn over di personale negli insediamenti produttivi o missioni brevi, lavoriamo affinché tutti ricevano la giusta formazione e informazione sulla salute e la sicurezza, a prescindere dalla durata del contratto che andranno a sottoscrivere.
La formazione è cruciale e pretendiamo che i datori di lavoro forniscano ai dipendenti le competenze necessarie per affrontare il lavoro, quotidiano o in situazioni di emergenza, in modo sicuro, a prescindere se il loro contratto sia di tre giorni o un anno.
Attraverso il nostro ente bilaterale FORMATEMP, puntiamo a offrire formazione continua e on the job anche per fornire aggiornamenti e per mantenere standard di conoscenza sulla sicurezza apprezzabili.
Come UILTemp siamo dell’avviso che lavoratrici e lavoratori devono essere innanzitutto consapevoli dei loro diritti (e doveri) in materia di sicurezza e quanti hanno responsabilità e ruoli nel settore devono metterli in condizione di far ritorno a casa dopo una giornata di lavoro (compresi noi del sindacato).
Stiamo lavorando al rinnovo del contratto collettivo della somministrazione e sul tema della sicurezza intendiamo porre un particolare accento aumentando, oltre alle tutele, anche le opportunità formative relativamente al tema e le attività di controllo affinché il comparto rappresenti un buon esempio di gestione condivisa, tra associazioni datoriali e sindacati, della lotta agli infortuni.
Ufficio Comunicazione UIL TEMP