“Infortuni sul lavoro in aumento. Ministra, di cosa dovremmo essere contenti?” 

Così la Segretaria Confederale Ivana Veronese commenta i nuovi dati INAIL di Gennaio 2024 che, purtroppo, riconfermano l’emergenza della sicurezza sui luoghi di lavoro. 

Nel dettaglio nel primo mese di quest’anno l’Istituto ha registrato 42.166 denunce di infortunio cioè il +6,8% in più rispetto al gennaio 2023. L’incremento riguarda sia i casi avvenuti in occasione di lavoro (+6,3%) sia quelli in itinere (+9,7%). I settori più pericolosi sono quello dell’Industria e dei servizi con 32.215 casi di infortunio (+4,2), quello dell’agricoltura, passato da 1.545 a 1.685 casi (+9,1%) e nel Conto Stato passato da 7.023 casi a 8.266 casi (+17,7%). La crescita delle denunce interessa tutte le aree del paese da Nord a Sud. Le regioni con le percentuali più alte sono il Molise (+17,2%), la provincia autonoma di Trento (+16,4%), la Puglia (+13,9%) e la Valle d’Aosta (+13,5%). Solo due regioni hanno registrato un decremento: l’Abruzzo e la Basilicata (rispettivamente dell’11,6% e dell’1,4%). 

Inevitabilmente, più infortuni comportano un maggior rischio di incidenti fatali. E, infatti, a gennaio 2024 abbiamo contato 45 casi mortali, il +4,7% in più rispetto lo stesso mese dell’anno scorso.

I numeri delle malattie professionali

Non ci sono note positive neanche nei dati sulle malattie professionali che sono arrivate a quota 6.218, cioè il +30,7% in più rispetto a gennaio 2023. Quelle più diffuse sono ancora quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

Parliamo di dati provvisori, da analizzare con cautela, per il possibile effetto distorsivo delle cosiddette “punte occasionali” e dei tempi di svolgimento delle pratiche. Dunque, per una comprensione precisa del fenomeno, che conteggi i casi accertati positivamente dall’Istituto, bisogna attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2024.  Ad ogni modo i numeri oggi disponibili dovrebbero mettere in allerta. Ma non è la reazione che sta avendo il Governo.  

Un Governo assente

L’esecutivo continua a convocarci a tavoli separati, senza le imprese, poco prima dei Consigli dei Ministri, limitando i nostri margini di influenza sui processi decisionali. Inoltre, nel nuovo decreto sulla sicurezza sono tante le questioni irrisolte. In primis, non è specificato quali siano le risorse messe a disposizione per le nuove assunzioni. In più, sono state annunciate 50 assunzioni nel nucleo ispettivo dei Carabinieri, un numero decisamente insufficiente per potenziare l’azione di questi nuclei. Inoltre, rimangono indefiniti i ruoli di ASL o Regioni e non c’è risposta sull’eliminazione della distinzione tra cantieri pubblici e cantieri privati. Nessuna risposta neanche sulla richiesta di limitare i subappalti a cascata o sull’’unificazione delle banche dati che, ad oggi, non dialogano tra loro. 

Infine, la patente a punti. Una nostra proposta, finalmente accolta, ma strutturata male. Non è ammissibile, infatti, che la vita di chi lavora valga 20 crediti, che si possa operare con 15 e se ne possano recuperare 5 con un corso di formazione. Un criterio inaccettabile. 

Per questo il commento della UIL non può essere che negativo. “È arrivato il momento che il governo si assuma la responsabilità di riforme efficaci che contrastino la strage interminabile che si consuma sui luoghi di lavoro” Spiega la Segretaria Ivana Veronese  “Riforme da costruire con un vero confronto: parola che sembra essere sconosciuta a questo Governo”

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